In pochi lo sanno, ma i dispositivi elettronici, anche non funzionanti, sono una vera e propria miniera d’oro nel senso letterale del termine. In un iPhone 5 ci sono circa 0,03 grammi di oro e il modello della Apple non è nemmeno fra i più ricchi del prezioso metallo giallo.
Ken Bayer, il direttore di un’azienda che si occupa di riciclare i telefoni cellulari usati, ha persino affermato che mezzo chilo di telefoni cellulari usati contengono persino più oro dell’equivalente in peso di oro grezzo.
Ecco spiegate le varie campagne promozionali di alcune aziende, anche telefoniche, che invitano a portare indietro il telefono usato, persino quelli che non si accendono, per avere una qualche forma di sconto sull’acquisto di un nuovo telefono: il riciclo dei materiali contenuti.
Esistono persino delle classifiche fra i telefoni cellulari in relazione alla quantità di oro contenuto che vede ai primi posti i vari modelli di iPhone seguiti da telefoni meno recenti quali i BlackBerry e Motorola.
Nella classifica è interessante vedere che un iPhone 4 con 16 Gb di memoria viene quotato, sul mercato del riciclo, ben 150 euro circa.
Ma l’oro non si trova soltanto nei telefoni cellulari, esiste in quasi tutti i materiali elettronici in quanto è uno dei migliori conduttori elettrici e nelle componentistiche di precisione il ricorso all’oro è privilegiato rispetto al tradizionale rame usato come principale conduttore di corrente elettrica.
Riciclare l’oro e gli altri metalli preziosi presenti nei dispositivi elettronici, tuttavia, non è semplice e quindi non vi a prendere il vostro dispositivo elettronico per andarlo a smontare pensando di trovare facilmente il metallo più amato da “zio Paperon de Paperoni”.
Ovviamente prima di rivolgervi ad un negozio di compro oro, dovrete sudare per guadagnarci con questa operazione.
Non è facile, ma non è impossibile e ci sono persino una serie di guide disponibili online, alcune con tanto di video che spiegano passo passo come rintracciare l’oro e come estrarlo per ottenerne una quantità tale da rendere appetibile il lavoro.
L’estrazione delle piccole quantità di oro presenti nei circuiti deve essere fatto molto spesso utilizzando sostanze chimiche che sciolgono i materiali attorno e lasciano a disposizione il metallo giallo. Un rischio, quindi, nel maneggio dei prodotti chimici da non sottovalutare se si vuole sfruttare questo mercato dal potenziale enorme.
Quindi, se decidete di fare questo passo quello che vi serve è acido cloridrico, acqua distillata, urea o metabisolfito di sodio, guanti, mascherina e uno spazio sufficientemente areato per lavorare e potrete dilettarvi nel piccolo alchimista.
L’ulteriore stimolo ad avventurarsi in questo piccolo affare è che un dispositivo elettronico non contiene soltanto oro, ma anche altri metalli preziosi di valore che completeranno lo sforzo al vostro investimento.