Una delle fasi più critiche e più delicate dell’inserimento di una persona anziana in una casa di riposo è rappresentata dall’accoglienza. Anche in una struttura curata e ben organizzata come la Casa di riposo Le Molette, infatti, la transizione dal luogo in cui si è vissuto per decenni a una casa di riposo può costituire un piccolo grande trauma che è destinato ad avere ripercussioni significative in un soggetto fragile come una persona molto in là con gli anni. Ovviamente all’interno della struttura sono presenti dei professionisti chiamati a gestire con la massima attenzione tale passaggio, per fare in modo che non abbia un impatto negativo né dal punto di vista fisico né dal punto di vista psicologico e motivazionale.
All’interno della Casa di riposo Le Molette, per esempio, è previsto un processo di integrazione in virtù del quale gli ospiti vengono inseriti e riescono a prendere coscienza senza difficoltà e senza timori del radicale cambiamento che sta riguardando la loro vita e la loro quotidianità, anche a livello organizzativo, oltre che sul piano delle relazioni. Ovviamente, quello che nasce è un processo di rispettiva conoscenza: non univoco, dunque, ma reciproco. La persona anziana inizia a prendere visione delle caratteristiche dell’ambiente di cui entra a far parte.
Tutto è nuovo, dalle persone ai locali, dalle regole scritte alle norme di comportamento, dalle abitudini ai colori. Tutte le risorse interne della casa di riposo – gli ASA, gli OSS, gli infermieri, i meddici, e così via – devono fare in modo che l’anziano si trovi a proprio agio, anche a fronte di condizioni relazionali o cognitive parzialmente compromesse. La fragilità è un aspetto che non deve mai essere sottovalutato: se così fosse, gli ospiti finirebbero per rischiare in maniera passiva la fase del trasferimento e dell’ingresso, non riuscendo a fronteggiare un momento così importante per loro.