A causa della continua esposizione di dati catastrofici riguardo al clima e all’ambiente e alle previsioni che danno per certa una progressiva riduzione della disponibilità idrica, l’insieme di processi che rendono l’acqua potabile diventa un argomento di importanza sempre più centrale.
Da dove viene l’acqua che beviamo?
L’acqua dolce è presente sul pianeta Terra in tre diverse forme:
-i ghiacciai, che rappresentano la percentuale maggiore, purtroppo non utilizzabili per ricavare acqua potabile;
– le acque superficiali, costituite da fiumi, torrenti e laghi;
– le acque profonde o sotterranee. Queste si formano nel sottosuolo grazie alla pioggia che filtra in quantità variabile attraverso i terreni, in base alle caratteristiche di porosità e fratturazione delle rocce (ghiaia e sabbia sono le più permeabili, al contrario le rocce metamorfiche e le ignee sono quelle più refrattarie al passaggio di liquidi).
Le falde acquifere sono storicamente quelle più usate, purtroppo anche abusate e inquinate dall’uomo. Per questo negli ultimi anni si va man mano riducendo la loro disponibilità e conseguentemente si rende sempre più necessario l’utilizzo delle acque superficiali. Queste sono però tendenzialmente più inquinate e devono andare incontro a numerosi processi prima di poter essere considerate potabili.
Le acque profonde d’altro canto necessitano solamente di essere sottoposte a meticolosi procedimenti di disinfezione per debellare la contaminazione batterica.
Come si rende l’acqua potabile?
La potabilizzazione è l’insieme dei processi che possono essere adoperati al fine di rendere l’acqua disponibile all’uso umano. Si tratta di diversi sistemi che possono essere attuati insieme oppure singolarmente a seconda delle caratteristiche di partenza della sorgente e del suo futuro utilizzo.
L’acqua potabile deve presentare infatti determinate caratteristiche che vengono stabilite dalle normative vigenti (Decreto Legislativo 31/2001).
Dal punto di vista organolettico deve essere inodore e insapore, le proprietà fisico-chimiche comprendono il controllo della concentrazione di sali minerali e il range di pH. A livello microbiologico invece è importante che siano assenti le specie batteriche dannose per l’uomo, in particolar modo quelle di origine fecale (ad esempio Escherichia Coli).
Nel sistema di potabilizzazione dell’acqua sono compresi tutti gli interventi che servono per normalizzare queste caratteristiche adeguandole ai livelli standard indicati dalla legge. Questi interventi comprendono i processi di: disinfezione, chiariflocculazione, filtrazione, sedimentazione e ossidazione.
La sedimentazione è forse il processo più semplice, essa permette di ottenere la separazione delle sostanze solide sospese all’interno delle acque che precipitano sotto l’azione della forza di gravità.
La flocculazione è un processo che richiede l’aggiunta di una sostanza che precipita trascinando con sè le particelle in sospensione che non sono state eliminate con gli altri processi.
In questo procedimento viene spesso utilizzato come sostanza flocculante il cloruro ferrico (FeCl3), aggiungendolo in piccole quantità infatti, precipita assorbendo colloidi e solidi sottili.
Il cloruro ferrico, secondo quanto indicato dalle direttive europee, verrà sempre più utilizzato nella potabilizzazione dell’acqua. Ulteriori delucidazioni sui suoi utilizzi e informazioni commerciali per chi fosse interessato all’acquisto sono disponibili su sito www.chimitex.it.
Il cloruro ferrico è una sostanza piuttosto versatile: oltre a quanto appena detto viene infatti usato anche per l’incisione di circuiti stampati nell’ambito dell’elettronica e per medicare la clorosi ferrica nel settore agricolo. Tornando alla potabilizzazione, un altro processo fondamentale è quello di filtrazione, la quale permette di eliminare tutte le sostanze che non sono sedimentabili. Esistono diversi tipi di filtrazione, tra i più comuni ricordiamo i filtri costituiti da carbone attivo che servono prevalentemente per rimuovere sostanze inquinanti derivanti dalle attività agricole e industriali, gli impianti a osmosi inversa e quelli a ossidazione e filtrazione.
Infine la disinfezione, l’unico processo che viene effettuato sempre, consente di eliminare tutti i microrganismi dannosi per l’uomo. Si basa su un meccanismo di clorazione che mantiene costantemente una concentrazione di biossido di cloro atta a neutralizzare tutti i microrganismi ma al tempo stesso inerte nei confronti di ogni altra sostanza presente.