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Gli impulsi che vengono rilasciati dagli strumenti con elettrodi, sono denominati elettrostimolazione che viene utilizzata sia per fattori estetici che per fattori sportivi, sia per riabilitazione dei muscoli.

E’ una tecnica molto antica che, negli anni, ha saputo reinventarsi e migliorare andando al passo con le nuove tecnologie innovative e le necessità degli utilizzatori per ogni muscolo del corpo.

Elettrostimolazione: di cosa si tratta

La storia dell’elettrostimolazione porta ai tempi dei Romani, ovvero quando venivano utilizzati i Torpedini – pesci particolari dal rilascio graduale di scariche elettriche – per curare alcune patologie dovute a trauma muscolare o dolori acuti muscolari.

Si deve attendere sino a metà del 1700 per ottenere uno studio approfondito in merito al sistema nervoso umano e di come, questi impulsi, potessero dare un sollievo ed una sollecitazione continua – al pari di quelle richieste dal nostro cervello. L’uomo che diede vita a questo processo è il Dottor Luigi Gavani che concentrò la sua carriera nello studio e nello sviluppo di strumenti appositi al rilascio degli impulsi per benefici post traumatici. La stessa tecnica viene poi utilizzata intorno agli anni settanta per gli sportivi professionisti in modo da lavorare direttamente sul muscolo interessato, per allenarsi anche quando fermi causa infortunio.

L’elettrostimolazione arriva ai giorni nostri con strumenti di ogni tipologia, programmi personalizzati che non riguardano solamente la riabilitazione e lo sport ma anche l’estetica, per andare ad eliminare i chili di troppo e lavorare sulla tonicità muscolare.

Elettrostimolazione: quando si utilizza

I programmi principali sviluppati per l’elettrostimolazione sono quello medico, quello estetico e di riabilitazione ognuno dei quali differenti e pensati ad hoc, per ogni necessità personale.

Il comune denominatore degli elettrostimolatori consiste nel rilascio di un impulso elettrico a bassa intensità direttamente sul muscolo interessato: questo si contrae e lavora direttamente sul movimento e tonicità. L’eccitazione della placca motrice passiva è fondamentale per la lavorazione del muscolo, dove verranno applicati gli elettrodi personalizzando frequenza – intensità – modulazione e durata del programma.

Il consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico di fiducia prima di acquistare un elettrostimolatore, soprattutto per valutare se il metodo possa essere corretto per la propria persona.

Elettrostimolazione: qual’è lo strumento adatto

Per scegliere l’elettrostimolare più adatto alle proprie esigenze ci sono delle caratteristiche fondamentali che lo stesso deve avere. Valutare sempre quanto segue:

  • Elettrodi: a seconda dei modelli si possono trovare dai quattro sino agli otto elettrodi in dotazione, per l’allenamento di un gruppo di muscoli. Il modello migliore è quello che comprende otto elettrodi, consentendo di andare ad allenare due fasce di muscoli contemporaneamente.
  • Programmi: i nuovi modelli hanno programmi differenti a seconda della propria necessità, con differenze tra estetica – medica e riabilitativa. Scegliere bene il modello adatto al raggiungimento del proprio obiettivo.
  • Canali: meglio se con quattro canali al fine di poter lavorare su due gruppi di muscoli contemporaneamente (vedi voce elettrodi).

Gli elettrodi dovranno inoltre avere un diametro corretto per coprire bene la parte interessata, devono esere realizzati con materiale di alta qualità – anallergico e devono poter essere posizionati senza l’aiuto del gel.

Per conoscere le caratteristiche essenziali di una elettrostimolazione mirata, completa e adatta a tutte le esigenze, il consiglio è di visitare www.tapisroulantelettrico.org/accessori-palestra/elettrostimolatore/elettrostimolatore-guida-su-come-funziona-e-quale-scegliere/ per un’approfondimento completo.

Elettrostimolazione: quando non si deve fare

Non ci sono particolari controindicazioni per l’elettrostimolazione anche se in alcuni casi ne è sconsigliato l’utilizzo, come:

 

  • In stato di gravidanza e allattamento
  • In possesso di pacemaker o elementi simili
  • In caso di epilessia
  • In caso di patologie cardiovascolari

 

Se sulla pelle ci sono ferite aperte o bruciature, evitare la posizione dell’elettrodo proprio su quella zona – pena riapertura ferita e/o dolore acuto.