Da una inchiesta USA sulle crypto, sono emersi dati poco incoraggianti su questo settore: informazioni scarse e molti rischi per gli utenti.
Trader poco informati sulle criptovalute
Eric Schneiderman ha aperto una inchiesta su tredici tra i maggiori exchange di moneta virtuale, da Coinbase a Bitfinx, allo scopo di setacciare l’operatività e soprattutto le pratiche a tutela degli investitori. L’attorney general newyorkese ha quindi scoperchiato una specie di vaso di Pandora finanziario, scoprendo che le informazioni fondamentali per investire in questo settore, in possesso dei vari trader, sono veramente scarse. Stupisce questo dato, in quanto, visto l’interesse veramente crescente sulle criptovalute, gli investitori americani dovrebbero avere il diritto alla trasparenza e alla responsabilità quando si apprestano a fare degli investimenti di questo tipo. Troppo spesso, però, i trader non hanno neanche le conoscenze di base al fine di valutare la correttezza, l’integrità e soprattutto la sicurezza delle singole piattaforme di trading online ed exchange criptovalute.
Rischio criptovalute nel trading online
Insomma, le varie monete virtuali, Bitcoin in testa, sarebbero un settore altamente speculativo, con la caratteristica di essere volatile, instabile e con un rischio elevato. Nonostante la blockchain possa essere sicura, non scongiura il pericolo di truffe e raggiri, visto che basta pochissimo per creare un sito di exchange fake e cadere vittima di manipolatori e ladri del web. Confrontando la situazione americana con quella italiana, il problema comune è senza dubbio quello di non saper comparare il valore dei BTC o di altra valuta virtuale con quello delle valute reali. Se vuoi scopri quanto vale una sterlina rispetto al dollaro o all’Euro, la prima cosa che tu, trader, dovresti conoscere è il valore del tuo investimento. Anche gli exchange ce la mettono tutta per confondere le acque, visto che non tutti presentano o permettono di confrontare grafici e quotazioni in tempo reale. Non basta poi effettuare un investimento perché si è sentito dire che conviene, occorre una strategia mirata per ogni asset, non solo per le crypto, anche da cambiare nel giro di pochi minuti se si dovessero riscontrare delle perdite.
Indagate piattaforme criptovalute in USA
Per questa ragione in America, l’ufficio di Schneiderman ha selezionato tredici exchange e ha inviato loro un questionario, con delle domande specifiche sulla loro proprietà, operatività e sul meccanismo delle fee di intermediazione. Scopo di questa iniziativa è quello di capire le modalità in cui operano queste piattaforme, quando possono sospendere il trading o ritardare gli ordini degli utenti, e se, di conseguenza, esse possono modificare il timing degli ordini dei clienti, o gli ordini stessi. Questo perché negli USA sono spesso accusati di sospendere o ritardare il trading online nei periodi di maggiore volatilità, a discapito dei clienti, visto che non riescono a piazzare nessun ordine. Ovviamente, questa non è una notizia felice per chi effettua investimenti in Bitcoin, e ha influenzato moltissimo l’andamento della moneta virtuale, facendola precipitare sotto quota 8000 Dollari dopo le parole positive di Christine Legarde. Secondo il direttore generale del Fondo Monetario internazionale, ci sono dei potenziali benefici a usare criptovalute, in primis la sicurezza delle transazioni grazie al sistema della blockchain, la quale permette certamente l’anonimato, ma anche la memorizzazione e la registrazione permanente di ogni singolo passaggio finanziario.